La gravidanza

Ho capito subito di essere incinta.
Qualche giorno dopo il concepimento ho avvertito al seno quel tipico bruciore che si avverte quando un neonato si attacca e comincia a ciucciare. Ero al settimo cielo. Desideravo tanto un secondo figlio e l’avrei fatto anche prima se il Malandrino non ci avesse impiegato 2 anni e mezzo per iniziare a dormire di notte. Tralatro ero anche sicura che fosse una femmina perché da qualche tempo il mio mondo si era tinto di fuxia: dagli occhiali, al telo da mare, qualunque cosa fosse fuxia attirava la mia attenzione. Il test di gravidanza e l’ecografia morfologica sono stati solo una conferma di qualcosa che già sapevo.
La gravidanza non è stata proprio una passeggiata. Ho avuto subito una minaccia d’aborto, ho vomitato per tutti i 9 mesi,  ho lavorato fino a 10 giorni prima di partorire (fortunatamente almeno gli ultimi 2 mesi non a pieno ritmo).  Il Malandrino e Mixer si sono ammalati ripetutamente durante l’anno: hanno fatto la varicella (entrambi), varie gastroenteriti (una me la sono beccata anch’io) e influenze. Insomma dal punto di vista della salute è stato un anno da dimenticare. Eppure la gravidanza non mi e’ sembrata così pesante, ho accettato molte cose con naturalezza; sapevo godere del buono e lasciar scivolare il cattivo. Forse mi ha aiutato il fatto di aver già vissuto una gravidanza e aver già sperimentato certe sensazioni. Forse l’aver accetato l’aiuto di mia madre. Forse il sapere che 9 mesi sono lunghi, ma che non durano in eterno e che, dopo il parto, la pancia mi sarebbe mancata. Forse tutte queste cose insieme mi hanno aiutato a vivere quest’esperienza in tutta la sua bellezza e in tutta la sua pienezza. Ho percepito quello stato di grazia che non mi ero permessa di sentire nella gravidanza precedente. E, nonostante tutte le difficoltà (e la fatica), ho un bel ricordo di quei nove mesi.

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